Proiezioni

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Venerdì 30 luglio, ore 21:00 – Piazza Carli

L’urlo di Vaia

Documentario di Fabio Ambrosini Bres
Italia, 2019
50 minuti

Supportato dalle sue foto e video realizzati da parapendio, il noto fotografo parapendista altopianese Fabio Ambrosini Bres parlerà di Vaia, spiegando cos’è accaduto a livello meteorologico durante la notte del 29 ottobre 2018 e cercando di fare il punto della situazione a quasi tre anni dal tragico avvenimento.

Venerdì 30 luglio, ore 21:00 – Piazza Carli

Moline

Documentario di Paolo Fracaro
Italia, 2019
50 minuti

Dopo avere esplorato gli angoli più incontaminati dei Sette Comuni, raccontandone la natura magnifica attraverso le immagini del documentario “Rasetle”, Paolo esce con un nuovo lavoro, che stavolta ha più le fattezze di un film: “Moline. Il bosco testimone”, storia di amicizia tra un larice e una bambina.

Sabato 31 luglio, ore 21:00 – Piazza Carli

La matita rossa

Regia di Denis Dellai
Italia, 2019
17 minuti

Siamo nel 1918, sul fronte italiano: la Prima Guerra Mondiale sta per finire ma i combattimenti sono ancora aspri. Un messaggio affidato ad un portaordini, nel mezzo di un bombardamento in una trincea, rivelerà il volto più assurdo e odioso della guerra.

Sabato 31 luglio, ore 21:00 – Piazza Carli

La foresta ferita

Documentario di Gianpiero Capecchi
Italia, 2019
21 minuti

A distanza di un secolo dalla fine della grande guerra, sull’Altopiano di Asiago gli alberi sradicati da un vento senza precedenti riportano alla memoria le condizioni in cui si trovava la montagna alla fine del conflitto. Un’emergenza ambientale che pone in primo piano i cambiamenti climatici legati alle attività umane e che spinge a ripensare il rapporto tra uomo e foresta. Daniele Zovi e Gianni Rigoni Stern sono le principali voci di questo racconto tra ricordi e speranze per far rinascere la foresta ferita.

GIANPIERO CAPECCHI, regista: Giornalista e documentarista, ha lavorato come programmista-regista per la RAI. Dal 1990 ad oggi ha realizzato servizi filmati come operatore di ripresa e direttore della fotografia free lance per RAI, ARD, ARTE, Sky, EuroNews. È autore e regista di diversi documentari trasmessi dalla RAI e di documentari istituzionali per enti pubblici.

Domenica 1 agosto, ore 21:00 – Piazza Carli

Fango e Gloria

Regia di Leonardo Tiberi,
con Eugenio Franceschini, Valentina Corti (II), Domenico Fortunato, Francesco Martino, Alberto Lo Porto.
Italia, 2014
90 minuti

Prima Guerra Mondiale. Mario, figlio della borghesia di provincia, è convinto che l’Italia non entrerà nel conflitto, e frequenta l’amico donnaiolo Emilio e la fidanzata Agnese convinto che tutti e tre invecchieranno insieme nella quiete dell’Emilia Romagna. Invece sia Mario che Emilio vengono arruolati e mandati al fronte, dove combatteranno sperando di tornare a casa vivi.

È un curioso esperimento cinematografico, il docu-film Fango e gloria, che collega immagini di repertorio tratte dagli archivi dell’Istituto Luce con sequenze di fiction che raccontano ciò che potrebbe nascondersi dietro ogni milite ignoto, irriconoscibile quando ne viene recuperato il cadavere, e invece ricco di storia, speranze ed affetti prima di incontrare la propria sorte fatale.

Martedì 3 agosto, ore 21:00 – Forte Interrotto

Uomini contro

Regia di Francesco Rosi,
con Gian Maria Volonté, Pier Paolo Capponi, Alain Cuny, Franco Graziosi, Mark Frechette.
Italia, 1970
100 minuti

Durante la Prima guerra mondiale, sull’altopiano di Asiago, il sottotenente Sassu combatte nella divisione comandata dal generale Leone, un veterano che dà continuamente prova della sua disumanità. L’inadeguatezza degli armamenti e i tentativi di ribellione dei soldati si susseguono di giorno in giorno nella totale sordità di un alto comando che continua a portare avanti una guerra in cui la vita non ha più alcuna importanza.

All’indagine sullo scontro tra le nazioni, Uomini contro antepone quello tra le classi sociali, spostando l’asse da una prospettiva storico tradizionale verso una più profondamente ideologica. Dal ritratto del sottotenente Sassu, ex studente interventista che una volta al fronte scopre l’assurdità della guerra, come dalla figura del comandante Ottolenghi emerge il tema forte di un’opera troppo spesso liquidata come semplicisticamente pacifista. Sebbene la sceneggiatura di Francesco Rosi, Tonino Guerra e Raffaele La Capria semplifichi “Un anno sull’Altipiano”, il romanzo di Emilio Lussu da cui trae spunto, pochi altri film hanno saputo sottolineare la follia di un potere che nel nazionalismo trovava il proprio rafforzamento a discapito delle classi sociali subalterne, mandate al massacro senza alcuna remora. Il generale Leone, in questo senso, non è un folle isolato all’interno della Storia, ma il campione, l’esempio forte, di un sentire aristocratico che, di contro, vedeva il proprio disfacimento nella presa di coscienza del popolo. Filo rosso di una narrazione che ha pagine di grandissimo cinema, il divario tra la massa e la classe dirigente appare in tutta la sua lucida insania anche nell’episodio dei soldati deferiti al tribunale militare e puntualmente liquidati dall’alto ufficiale medico. Sulla strada tracciata da due capolavori antimilitaristi quali Orizzonti di gloria di Stanley Kubrick e Per il re e per la patria di Joseph Losey, Francesco Rosi racconta la Grande guerra attraverso il punto di vista di chi ne ha saggiato la disumanità e l’orrore, stipandosi dentro a quelle trincee in cui l’iniziale retorica della vittoria veniva meno in favore di una disciplina contraria all’umano. Se a distanza di anni, il concetto è ormai dato per assodato, il merito è anche di Uomini contro.

Mal compreso dalla critica italiana e straniera alla sua uscita, venne letto nella giusta maniera soltanto da felici pochi; tra questi Sandro Zambetti, che, sulle pagine di Cineforum 97-98, ne sottolineava l’importanza educativa: «può arrivare a molti ed ha senz’altro una funzione apprezzabile, servendo a scalzare i monumenti della retorica e della manipolazione patriottica». Accanto al prediletto Volonté a cui spetta una battuta chiave («Basta con questa guerra di morti di fame contro morti di fame» dirà Ottolenghi), Alain Cuny è perfetto quanto inquietante, meno incisivo Mark Frechette, già interprete di Zabriskie Point e destinato ad una prematura morte in carcere. Dopo l’uscita del film, Rosi venne denunciato per vilipendio dell’esercito (da mymovies.it)

Mercoledì 4 agosto, ore 21:00 – Forte Interrotto

1918 – I giorni del coraggio

Regia di Saul Dibb,
con Sam Claflin, Paul Bettany, Asa Butterfield, Stephen Graham, Toby Jones, Tom Sturridge.
Titolo originale: Journey’s End
GB, 2017
107 minuti

È il marzo 1918 e la prima guerra mondiale infuria da quasi quattro anni. Le compagnie C del capitano Stanhope combattono contro l’avvicinarsi delle truppe tedesche. Nell’attesa il capitano affonda la sua paura nel whiskey mentre gli ufficiali e il loro cuoco parlano di cibo e vecchi ricordi. In questo clima arriva il giovane ufficiale Raleigh.